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      Molte cose gli tornavano alla memoria, e tal volta un lampo sembrava traversarlo. In quei momenti, aveva un presentimento che di lui pure qualcuno almeno serberebbe ricordo.
      C'era un volta un bel giovanotto... (eh, sì: n'è passato, del tempo, da allora!...) Teneva in mano una lettera, un foglietto rosso col taglio dorato, e la scritturina era elegante e sottile... La lesse, la rilesse, la baciò, - e poi guardò me, con certi occhi che dicevano chiaro:
      Sono il più felice di quanti vestano panni!" Soltanto lui ed io sapevamo quel che stava scritto nella prima lettera della sua fidanzata... - Già; e ricordo anche un altro par d'occhi. Sembra incredibile come voli il pensiero! Ci fu un trasporto magnifico nella contrada: una bella giovane signora giaceva nella bara tutta coperta di fiori e di ghirlande, sul carro parato di velluto nero; ed una infinità di torce oscurava la mia luce. La gente si affollava lungo le case, e tutti seguivano il corteo. Ma quando le torce mi furono tutte sfilate dinanzi, ed io mi guardai attorno, uno solo rimaneva, e si appoggiava alla mia asta, e piangeva disperatamente. Mai dimenticherò quegli occhi dolenti, che si alzarono a me!"
      Questi pensieri ed altri simili occupavano il vecchio fanale, che dava luce quella sera per l'ultima volta. La sentinella che smonta la guardia, sa almeno chi le succederà, e può sussurrare due parole a chi prende il suo posto; ma il fanale non conosceva il proprio successore. E pure gli avrebbe potuto dare qualche consiglio, riguardo alla pioggia ed alla nebbia, qualche utile informazione sull'ora in cui la luna illumina il marciapiede, sulla direzione in cui il vento spira ordinariamente, e molt'altre cose di questo genere.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





Teneva