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      Allora fece un sogno. (Per chi possedeva tante preziose facoltà, sognare non doveva esser difficile!) Gli pareva che i due vecchi fossero morti, e ch'egli stesso fosse capitato alla fonderia, per essere fuso. Si sentiva altrettanto inquieto di quella sera in cui doveva comparire alla Camera di Consiglio e subire l'ispezione. Ma quantunque gli fosse conferita la facoltà di arrugginire e di cadere in polvere appena lo avesse voluto, non pensò nemmeno di usare tale facoltà. Nella fornace gli fu data la forma di un candeliere, e riuscì un magnifico candeliere di ferro, il più artistico, il più elegante tra quanti mai abbiano contenuto una candela di cera. Gli avevano data la forma di un angelo che reggeva un giglio, e la candela andava infilata nel calice del fiore.
      Il candeliere fu collocato su una grande tavola da scrivere, coperta di panno verde. La stanza era molto comoda e piacevole; gli scaffali, che correvano lungo le pareti, erano pieni zeppi di libri, e al di sopra degli scaffali pendevano quadri bellissimi: era la stanza di un poeta. Tutto quanto pensava o scriveva, gli appariva sempre vivo e presente. La stanza gli si tramutava ora in una fitta foresta tenebrosa, ora in un prato freschissimo, dove la cicogna passeggiava gravemente; ora in una nave cullata dall'Oceano spumeggiante, o in un limpido cielo azzurro, sparso di stelle vivide e tremolanti.
      Ah, che doni preziosi sono celati dentro di me!
      - disse il vecchio fanale, destandosi. "Quasi quasi desidererei di andare alla fonderia!


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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