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      Ma no; sarei ingrato desiderandolo, sin tanto che i miei vecchietti sono al mondo. Mi vogliono bene così come sono, mi trattano come un figliuolo, mi ripuliscono, mi dànno l'olio. Nemmeno un re, di quelli del Congresso che i miei amici si divertono a guardare, sta meglio di me!
      Da quel giorno in poi, il vecchio onesto fanale godette più intima pace; e, del resto, lo meritava.
     
      IL ROSPO
     
      Il pozzo era profondo: per ciò bisognava che la corda fosse lunga; e non era poca fatica il girare la ruota sin tanto che la secchia piena venisse su all'orlo del pozzo. Benchè l'acqua fosse chiara, il sole non guardava mai abbastanza in fondo al pozzo, da specchiarvisi; sin dove però i suoi raggi arrivavano, cresceva per tutto un po' di verde tra le commessure delle pietre.
      Giù, in fondo, abitava una famiglia di rospi. Veramente, erano andati a stabilirvisi a precipizio, arrivando nel pozzo a capofitto, nella persona della vecchia mamma, tutt'ora vivente. I ranocchini verdi, che ci abitavano da lungo tempo, e nuotavano qua e là per l'acqua, li riconobbero, sì, per cugini, ma li chiamavano "Ospiti carissimi". I nuovi venuti, però, sembravano ben resoluti a rimanere dov'erano, perchè trovavano molto piacere a vivere "all'asciutto", come chiamavano le pietre bagnate.
      Mamma Ranocchia, una volta, aveva fatto un viaggio. Le era avvenuto di trovarsi per caso nella secchia quando la tiravano su: la luce però era troppo intensa per lei, e si era buscata il mal d'occhi. Fortunatamente, era riuscita a scappare fuor della secchia; ma cadendo nell'acqua aveva preso una così terribile spiaccicata, che le era poi toccato starsene malata tre giorni, coi dolori alla schiena.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





Congresso Ranocchia