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      La gallina lo guardò, prima con un occhio e poi con l'altro, perchè non sapeva a che volessero conchiudere tutti quei gesti.
      Non li fa mica a fin di bene, veh!
      - pensò la gallina; e alzò il capo per beccarsi il bruco.
      Rospina n'ebbe tanto orrore, che venne strisciando difilato contro la gallina.
      Ah ah! ci sono anche gli alleati!
      - osservò questa: "Guarda un po' quel brutto coso che striscia!" E la gallina si voltò per andarsene. "Che m'importa di quel bocconcino verde? Mi farebbe prudere la gola." Le altre galline giudicarono la cosa dal medesimo punto di vista, e tutte se ne andarono insieme.
      A forza di contorcermi, son riuscito a liberarmi!
      - disse il bruco: "Gran buona cosa la presenza di spirito! Ma il più riman da fare, ed è il tornarmene sulla mia foglia. Dov'è ora?"
      Rospina gli si avvicinò e gli espresse la propria simpatia. Era ben contenta che la sua bruttezza avesse spaventato le galline.
      Che intendete dire con ciò?
      - gridò il bruco: "Io mi son contorto, io, da me solo, sin tanto che m'è riuscito di liberarmi dalla gallina. E voi siete davvero orribile a vedere. Che non si possa mai lasciarmi in pace nella mia proprietà? Sento odor di cavolo: la mia foglia dev'essere vicina. Non c'è nulla di bello come il proprio podere. Ma debbo salire più su..."
      Sì, più su!
      disse Rospina: "Più su! Prova anch'esso quel che provo io; ma non è di buon umore oggi, povero bruco! Sarà effetto della paura. Già; tutti si desidera di salire più su." E guardò quant'alto potè guardare.
      Papà Cicogna stava nel suo nido, sul tetto della fattoria: batteva il becco, e mamma Cicogna faceva altrettanto.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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