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      Lo peso era granne. Lo trave sbinchiao e nello sbinchiare aizaricao e nello aizaricare se mosse de luoco e revoltaose. Poco fu che lo mastro non cadde a terra. Deo uno adatto saito e remase puro in pede. Granne paura abbe lo mastro de cadere a terra esso collo trave. E·lla soa paura non potéo nasconnere, ca subitamente la mesa della varva li deventao canuta. Spesse voite da puoi se·lla radeva. Spesso diceva ca quella canutezza fu per paura che abbe che non venisse a balle esso e·llo trave aizaricato. Lo simigliante avenne a Corradino re. Da puoi che fu sconfitto alla vittoria e preso ad Astura, lo re Carlo li fece tagliare la testa. Suoi capelli erano tanto belli che, quanno crullava la testa, pareva che fili de aoro se movessino atorno ad una colonna d'ariento. In quella notte, la quale demorao in presone, li capelli d'aoro fuoro deventati canuti. La dimane, quanno fu decollato, moito pareva mutato de bionno in canuto. E questa mutazione fu in una notte. Alcuno me pòtera adimannare perché per la paura se fao la canutezze. In questo responne Avicenna e dice ca, quanno l'omo stao in luoco moito aito, tutta la virtute se reduce a confortare la virtute animale dello cerebro, che non [...] E imperciò le membra tremano, perché·sse denudano della virtute regitiva. Così, in simile caso, lo calore della cotica se parte dalla circonferenzia e vao allo spesso de mieso per salvarese, così la cotica se denuda de sio vigore in tale muodo che lo pelo non recipe la soa tentura. E segno de ciò ène che sente omo quella parte formicolare.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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