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      Ora vedesi vivanne venire. Cavalieri a speroni de aoro servivano denanti. Leguti, viole, cornamuse, ribeche e aitri instrumenti moito facevano doice sonare. Bene pareva in paradiso demorare. Po' le vivanne viengo buffoni riccamente vestuti. Tal cantava, tal ballava, tal mottiava. Onneuno se sforza [...] Non se lassano dallo muro cacciare. Mustrano de avere core. Non curano de valestra né de menacce. Lo romore era granne. Lance e saiette volavano. Deh, quanto ène cosa orribile! Allora missore Pietro Roscio con soie belle masnate se tenne secreto e queto de fòra ad una porta la quale se dice porta de ponte Cuorvo. E là stette, mentre che la vattaglia era alla porta de Santa Croce. Questa porta de ponte Cuorvo avea in guardia missore Marsilio da Carrara. Su nella mesa terza lo fattore de missore Marsilio operze la porta e abassao li ponti, e mise drento missore Pietro Roscio senza colpo de spada. Ora ne veo per la strada alla piazza lo capitanio de Veneziani con moita grossa pedonaglia e cavallaria. Ià l'ora de terza era. In esso ponto missore Alberto se era levato da dormire. Cavalcava uno bello palafreno, vestuto con solo un guarnello, accompagnato con solo missore Marsilio. Una vastoncella in mano teneva. Per la terra iva trastullanno. Omnis armatorum eius multitudo pugnans resistebat ad portam. Como missore Alberto accapitao in capo della strada, vidde che nella piazza iogneva granne stuolo, granne masnate de iente. Odìo tromme e ceramelle. Vidde lo grannissimo confallone de Santo Marco de Venezia.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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