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      Trentasei centinara de cavalli fuoro stempanati, senza li moiti feruti. Ora vedi como succurze la ventura a missore Lucchino! Stava drento da Milano missore Azo armato con tutto lo puopolo. Per via nulla voleva essire. Stava reservato alli bisuogni dereto un sio parente, missore Ianni dello Fiesco de Genova, sio quinato, con cinqueciento Borgognoni de bona taglia in soa compagnia. Como la novella ionze della sconfitta, così essìo fòra de Milano con cinqueciento Borgognoni e con CCCC Todeschi e ionze alli campi de Parabianco. La prima cosa, raccoize tutti quelli li quali fuiti erano dello stormo. Così li aionze ad uno, quelli che potéo. La secunna cosa, provise como stava l'oste e vidde che la iente della compagnia non stava ordinata, anche stava sparza per lo campo, chi de qua, chi de là, sopra la guadagna dello spogliare. La terza cosa, compusese con Malerva e ordinao che non commattessi, e in precio li donao dieci fiaschi pieni de ducati, in semmiante de presentarli buono vino de Malvascia. Granne capestro ène la moneta. Allora prestamente sonao soie tromme e deose sopra ad essi. Poca resistenzia abbe. E deo per terra lo confallone de missore Lodrisi e de Malerva e prese missore Lodrisi per la perzona. In quella resistenzia fu occiso missore Ianni dello Fiesco de Genova. Puoi che fu fatto presone missore Lodrisi e fu rotta soa schiera, tutto lo campo fu vento senza aitra contradizzione. Tornao in Milano con triomfo e granne danno; ca, como ditto de sopra ène, quarantaquattro centinara de perzone moriero, senza li aitri pericolati delle ferute.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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