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      Vedesi caricare che·sse faceva. Avevano le carra piene de queste corpora morte e sì·lle traievano dello campo e sì·lle portavano a loro sepoiture. Missore Lodrisi la vita non perdìo, ma fu renchiuso in perpetuo carcere in un castiello lo quale se dice Santo Columbano. Là dato li fu onne diletto lo quale demannava: de sonare, cantare, magnare, de femine; salvo che essire non poteva de presone. Quelli sollati della compagnia fuoro tutti derobati. Perdiero arme e cavalli. Io ne viddi venire de questi bene da doiciento cinquanta a pede. Tale avea speroni alla correia, tale una targetta, tale uno cimiero e alcuno menava ronzino, secunno le connizione. Alli Borgognoni fu data paca doppia e granni doni. Malerva fu lassato. Pochi dìe stette che missore Azo Visconte, signore de Milano, morìo e succedéo innella signoria missore Lucchino, sio zio. Ora comenza a signoriare missore Lucchino Visconte, lo quale abbe la maiure parte de Lommardia: Parma, Piacenza, Lode, Bergamo, Brescia, Milano, Crema e Civitale. E visse in signoria anni [...] in tanta pace e iustizia, che non se trovava in terreno chi se crullasse. Coll'aoro in mano iva l'omo franco. Fu omo severo senza alcuna pietate. Mai non perdonava. Secunno lo peccato, secunno la fallenza puniva. Questo fu de tanta crudelitate che fece manicare alli suoi cani uno guarzone todesco lo quale li aveva presentate cerase, perché aveva feruto un sio cane lo quale li aveva abaiato. E non abbe remissione né per puerizia né per caritate dello patre, lo quale era conestavile, sio amico, né per moneta.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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