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      Là a Trapani, facennose alcuna curreria, fu subitamente presa una donna la quale ne iva a marito. Fu demannata como avessi nome. Respuse: «Io so' la triste Cecilia». Questo odenno lo re fu forte turvato. Disse ca era ingannato dalli suoi arti. La promessa adempita era. Sio stare non era utile. Procacciava dello tornare; ma tornare non poteva, né avere fodero poteva, perché lo mare era turvato. Granne bussa, granne tempestate faceva. La fortuna no·lli lassava partire, non li lassava portare foraggio. In terra de nemici li conveniva morire de fame. Vedi crudelitate che li convenne usare per scampare con soa oste. Lo pane aveano poco. Davase a mesura. Penzao de mancare iente, perché·lli bastasse più lo pane che avea. Eadem actio prava fuit et studiosa, como Aristotile dice. Era drento, fra mare, una isoletta con selve, forza da longa dall'oste miglia dieci. Abbe galee e mise in esse forza da sei milia perzone, e deoli ferramenta da tagliare lena, accette e ronche, e mannaoli a quella isola sotto spezie de lena fare. Puoi che li sei milia fuoro portati là, fuoro lassati. Li legni tornaro. Là li lassaro senza pane. Là moriero de pura fame. Vedi crudelitate! Per passare tiempo sei milia perzone moriero de fame. Nullo li visitao, nullo li confortao. A questi fora stato de bisuogno la cappa de santo Alberto, la quale se li faceva tavola, per tornare a casa. Mancata che abbe lo re questa soa oste de queste perzone, esso cercava de tornare. Como le navi fuoro descioite, subitamente la tempestate desiettao lo navilio là e cà. Tutta notte viddero li pericoli de mare.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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