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      LX milia corpora de Saracini fuoro morte, XL milia li presoni. A queste cose lo re non fu, né·lle sentìo, per lo poco dubio lo quale avea nella soa forte schiera. Commattéo puoi che la novitate pervenne alla forte schiera e·llo dubio fu palesato. Stava in guardia della porta dello regale paviglione uno omo - Serafin avea nome - più granne che li aitri tre piedi, macro, tutto nervoso, longhe le gamme, nero lo voito, vestuto de uno perponto de iuba de seta. In mano teo una mazza de fierro 'naorata. Questo Serafin, a cui era fidata la perzona dello re, dubitao de nunziare la mala novella. Puro la manifestao alla reina. Mossese la reina: Ricciaferra avea nome. Passa denanti allo re. Delli suoi uocchi fontana de lacrime descenneva. E disse: «Su re, ca·lla ventura ène de donno Alfonzo». Lo re iocava a scacchi. Questo odenno fu turbato. Più non disse, più non odìo. Bastaro doi paravole. Vestuto de una [...] de aoro longa fi' alli piedi, barretta de aoro in capo con prete preziose, bacchetta d'aoro in mano, salle a cavallo, prenne lo camino de casa soa. Era intorno affasciato da sette milia Turchi con vastoni de fierro inaorati in mano, vestuti de iube de sannato sopre ponte de ballacchino, armati alla imperiale. Anche ivano aitri cavalieri con lance, con fierri lati, lucienti. Denanti a questi ivano assai cembali sonanti e aitri strumenti senza fine. Regale pareva la forza e lo suono. Più denanti vaco dieci milia iannetti currenno e sparienno da onne lato dardi, como fao la spinosa alli cani.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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