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      Aduosso portavano uno farsetto de panno de lino bianco como noi. Vero è che·lle maniche erano longhe fi' alle deta della mano. Sopre lo farsetto portavano uno manto de panno de lino como piviale da preite. La ponta dello lato ritto se iettava dalla spalla manca e quella della manca se iettava dalla spalla ritta. Po' questo donno Alfonzo non posa. Anco fao iente de sio paiese, e abbe assediato lo bello e nobile castiello, uitima fortezze de Saracini. Iubaltare lo castiello hao nome. Lo paiese hao nome Alcacuc. In questo castiello Macometto scrisse la soa leie e deola a Saracini e fece lo livro lo quale se dice Alcorano. Sopre de questo castiello puse l'oste lo re e iurao per la maiestate de sio reame e per l'aitezza de soa corona mai da quello assedio non partire finente che quello castiello non avea. Ficcao sio stennardo in terra. Serrato era allo torno. Lì puse l'oste e guardie credennosello prennere per fame. Ène lo castiello bellissimo e fortissimo. Hao nome Iubaltare. Stao in una penna de preta viva aitissima. Su in quella preta l'aquile faco lo nido. Puoi l'aitezza veo abassanno alla piana. Là, canto la pianura, ène menato uno muro fortissimo con spessi torricielli. Picazzo, de chi ditto ène, lo fece fare su lo vivo sasso. Drento dallo muro hao una
      fontana de moita abunnanzia. Nella destesa della pianura hao la meschita. Haoce arbori de onne rascione. Mai non fu veduta sì piacevole fortezza. Cristiani per loro negligenzia la perdiero. Questa fortezze se crese recuperare donno Alfonzo per assedio; ma non li venne fatto, ca sopravenne la granne e orribile mortalitate, della quale se dicerao, e ferìolo con una iannuglia nella inguinaglia.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
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