Pagina (78/236)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Renna la onoranza allo puopolo». Questo duca fu signore mesi dieci, puoi fu de Fiorenza detoperosamente cacciato. Le cascioni perché fu cacciato fuoro queste. In prima usava grannissima crudelitate. Senza remedio occideva la iente. Avea con seco uno officiale, lo quale se diceva conservatore, missore Guiglielmo de Ascisci. Cavalieri e iudice era. Questo missore Guiglielmo era uno roscio venenoso. Quanno manicava, faceva denanzi a sé senza misericordia martoriare le perzone e facevale smembrare e morire dello martorio. Avea uno sio figlio cavalieri, iovine de dodici anni, moito agnelica creatura, ma semplice. Quanno l'omo era posato dello martorio, questo sio figlio lo faceva sostenere e diceva: «Deh, dalli un aitro crullo per mio amore! Aizalo su!» A moiti questo fece, donne moiti ne moriero. Peio era lo patre che Dionisi tiranno de Cecilia. Ora procede lo crudele conservatore e taglia teste, appenne, occide senza misericordia. E che più, li buoni populari de Fiorenza vestuti con vari e con panni onorati appiccava denanti alle loro case. Appiccao Nardo de Cenne vascellaro, lo quale fu delli più avanzarani populari de Fiorenza per soa ricchezza; ad onne tratto prestava allo Communo ciento milia fiorini. Moiti fuoro li aitri. Puoi questo signore usava moita avarizia. Onne moneta de iente struieva e consumava onne perzona. Tutta la moneta traieva de mano alli mercatanti. Aveva con seco uno pessimo e crudele omo, fiorentino de nativitate; ma era stato anticamente cacciato perpetuale per le soie faizitate e inganni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





Fiorenza Guiglielmo Ascisci Guiglielmo Dionisi Cecilia Fiorenza Nardo Cenne Fiorenza Communo