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      Questo odenno lo re Filippo li perdonao e de esso non voize vennetta. Mentre queste cose se facevano, li arcieri englesi descennevano dalla costa infra lo grano e non finavano de iettare frezze infra la cavallaria. Stienno l'arcora e saiettano:"Da, da, da". Onne iente pericolavano. Nello lato manco sfonnavano li cavalli, donne l'oste fu moito mancata. La iente feruta dao allo tornare. Li cavalli cado muorti. Li Englesi se fiongano. Quella vattaglia fu perduta. Intanto moite fuoro le vattaglie e le belle conestavilie. Que fu la più famosa? Una industria servano li Englesi da cavallo. Quanno vedevano l'omo loro muorto, in luoco dello muorto ponevano lo vivo, in luoco dello feruto remettevano lo sano, in luoco dello stanco mettevano lo fiesco. Puoi commutavano, ché·lli cinqueciento della ala ritta vennero alla fronte denanti. In luoco loro venne la mitate delli milli li quali staievano alla terza vattaglia. E quelli denanzi tornaro alli milli. E così commutavano l'ala manca. La schiera guardiadereto, la grossa regale, sempre stava ferma in sio luoco. Non se fora mossa senza granne cascione. Lo re Ianni de Maiorica in questo stormo non se morìo, ma fu feruto nella faccia. Moito crudamente esso morìo in sio paiese. Volenno tornare a sio reame, commattéo con sio cunato, lo re de Maiorica, e fu sconfitto e sì·lli fu tagliata la testa. Puoi che queste vattaglie fuoro infugate, lo re de Boemia demannao alli suoi a que partuto stava lo campo. Respuosto li fu che nello campo non era remasa perzona vivente aitra che solo esso con soa iente.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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