Pagina (113/236)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quelli non se volevano rennere. Questi non se movevano da assedio. La fame era granne. Ià Calesani aveano incomenzato a iettare li suorti che l'uno manicassi l'aitro. Nell'oste comenzava la iente povera a manicare li cavalli. Calesani, costretti per la fame, con licenzia de Adoardo mannaro lettere allo re, che succurressi. Lo re de Francia cavalcao con doiciento milia perzone. Era tornato sio figlio Ianni, duca de Normannia. Quanno l'oste dello re se approssimao a Calese, trovao l'oste dello re Adoardo forte curata sì de fossati sì de tavolati. Non pò passare, non se pò accostare per le moite frezze. Allora lo re Filippo mannao per Adoardo, che iessissi fòra allo campo, alla vattaglia. Respuse Adoardo: «Io iesseraio fòra alla mea petizione, non alla toa». Respuse lo re Filippo: «Granne vergogna ène. Io staio in campo. Tu non si' ardito iessire fore alla vattaglia». Respuse Adoardo: «Vergogna non ène, ca io non staio indarno. Lo mio stare non è senza utile. Io intenno mo' sopra Calese. Lo primo dìe che l'opera de Calese ène fornita io iesseraio fòra allo campo». Respuse lo re Filippo: «Calese te dono io. Non lassare per ciò. Da mo' sia tio». Respuse Adoardo: «Non bisogna che tu me lo doni, ca quello che io me guadagno colla spada in mano non bisogna che me sia donato». Allora lo re Filippo, non potenno passare, deo licenzia a Calesani che provedessino ad onne loro fatto e salute. Deo la voita in reto e tornao in Parisci. La fame consumava Calesani. Calesani demannaro mercede allo re de Egnilterra.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





Calesani Adoardo Francia Ianni Normannia Calese Adoardo Filippo Adoardo Adoardo Filippo Adoardo Calese Calese Filippo Adoardo Filippo Calesani Parisci Calesani Egnilterra Calesani Calese Calesani