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      Anche pareva a quelli che staievano nello monte de Santo Vrancazio che da pede fossi un laco terribile, in mieso dello quale pareva stare quello munistero. Anche occupao li confini e·lla chiesia de Santo Pavolo Maiure, le vigne e·lle seminata, li campi collo seminato. Anche occupao tutte le vigne nello territorio della porta de Santo Pavolo, la quale hao nome Ostiense, anche tutte le vigne in porta de Santo Pietro, brevemente onne pianura la quale iace canto lo fiume. Con ciò sia cosa che tanta abunnanzia d'acqua occupassi tutto lo spazio de Santo Spirito e·lla piazza dello Castiello e·lle case de Puortica, entrao la porta dello ponte, la quale ène de metallo, e sallìo alla porta secunna dello ponte, la quale ène de leno. Anche la onna della acqua, la quale veniva per la porta de Civita Leonina canto lo Castiello, imprimamente se commattéo coll'onna la quale veniva da Santo Spirito. Da puoi, perché pareva uno laco, lo luoco non se posseva passare se non colla sannolella. Quanno iva l'omo a ponte per la strada ritta, da casa delli Vaiani, se iva nella acqua fi' alli guazzaroni dello cavallo. Questa soperchia acqua consumao e defocao tutti li coiti e·lli seminati che trovao. E sorrenao le vigne de creta. E scarporìo li arbori da radicina. E deo per terra muri e case. Affocao vestiame. Danniao lo territorio de Roma più de dociento migliara de fiorini. Anche ruppe le catene e·lli ignegni delli mulinari e menaone da cinque bone mole, le quale connusse allo mare. Allora fuoro le mole perdute,


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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