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      Nello terzo staieva santo Pietro colli chiavi della concordia e della pace. Anco portava un aitro lo confallone lo quale fu de santo Iuorio cavalieri. Perché era veterano fu portato in una cassetta su in una asta. Ora prenne audacia Cola de Rienzi, benché non senza paura, e vaone una collo vicario dello papa, e sallìo lo palazzo de Campituoglio anno Domini MCCCXLVI[I]. Aveva in sio sussidio forza da ciento uomini armati. Adunata grannissima moititudine de iente, sallìo in parlatorio, e sì parlao e fece una bellissima diceria della miseria e della servitute dello puopolo de Roma. Puoi disse ca esso per amore dello papa e per salvezza dello puopolo de Roma esponeva soa perzona in pericolo. Puoi fece leiere una carta nella quale erano li ordinamenti dello buono stato. Conte, figlio de Cecco Mancino, la lesse brevemente. Questi fuoro alquanti suoi capitoli: Lo primo, che qualunche perzona occideva alcuno, esso sia occiso, nulla exceptuazione fatta. Lo secunno, che li piaiti non se proluonghino, anco siano spediti fi' alli XV dìe. Lo terzo, che nulla casa de Roma sia data per terra per alcuna cascione, ma vaia in Communo. Lo quarto, che in ciasche rione de Roma siano auti ciento pedoni e vinticinque cavalieri per communo suollo, daienno ad essi uno pavese de valore de cinque carlini de ariento e convenevile stipennio. Lo quinto, che della Cammora de Roma, dello Communo, le orfane e·lle vedove aiano aiutorio. Lo sesto, che nelli paludi e nelli staini romani e nelle piaie romane de mare sia mantenuto continuamente un legno per guardia delli mercatanti.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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