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      In queste lettere proponeva lo sio nome per mannifico titulo in questa forma: «Nicola severo e pietoso, de libertate, de pace e de iustizia tribuno, anche della santa romana repiubica liberatore illustre». In queste lettere dechiarao lo stato buono, pacifico, iusto, lo quale comenzao aveva. Dechiarava como lo viaio de Roma, lo quale soleva essere dubioso, era libero. Puoi petiva che·lli mannassino sintichi sufficienti, delli quali avea bisuogno a rascionare cose utile allo buono stato nella sinodo romana. Puoi li confortava e diceva che se alegrassino e daiessino grazie e laode a Dio de tanto e tale beneficio. Li currieri, li quali portavano le soie lettere, portavano in mano vastoncelle de leno pente inarientate. Arme nulla portavano. Tanto muitiplicaro questi suoi currieri, che de essi numero granne era, perché erano receputi graziosamente e granni onori onne omo a loro faceva. Guidardoni tollevano. Uno currieri sio fiorentino fu mannato in Avignone allo papa e a missore Ianni della Colonna cardinale. Reportao la vastoncella de leno de finissimo ariento maitata coll'arme dello puopolo de Roma e dello papa e dello tribuno, valore de fiorini trenta. Po' la soa tornata lo currieri disse: «Questa verga aio portata piubicamente per le selve, per le strade. Migliara de perzone se soco inninocchiate denanti da essa e basatola con lacrime per alegrezza delle strade sanate, liberate da latroni». Anche aveva lo tribuno li moiti scrittori e moiti dittatori, li quali non cessavano dì e notte scrivere lettere.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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