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      Lo maiure suono celava lo minore. Viziosa buffonia! Fatta questa cosa, la messa e soa solennitate finita fu. Intienni una cosa notabile. Continuamente in quello dìe, dalla dimane nell'alva fi' a nona, per le nare dello cavallo de Constantino, lo quale era de brunzo, per canali de piommo ordinati iessìo vino roscio per froscia ritta e per la manca iessìo acqua e cadeva indeficientemente in la conca piena. Tutti li zitielli, citatini e stranieri, li quali avevano sete, staievano allo torno, con festa vevevano. Puoi che palesato fu che vagnato era nella conca de Constantino e
      che citato avea lo papa, moito ne stette la iente sospesa e dubiosa. Fu tale che lo represe de audacia, tale disse che era fantastico, pazzo. Ora ne vaco allo solennissimo pranzo de varietate de moiti civi e nuobili vini signori e donne assai. Sedéo missore Nicola e·llo vicario dello papa soli alla tavola marmorea - menza papale ène - nella sala de Santo Ianni, la vecchia. Tutta quella sala fu piena de menze. La moglie colle donne manicao nella sala dello palazzo nuovo dello papa. In questo pranzo fu maiure carestia de acqua che de vino. Chi voize stare allo pranzo stette. Non ce fu ordine alcuno. Abbati, chierichi, cavalieri, mercatanti e aitra iente assai. Confietti de divisate manere. Funce abunnanzia de storione, lo pesce delicato, fasani, crapetti. Chi voleva portare lo refudio, portava liberamente. A tale convito fuoro li ammasciatori li quali ad esso erano venuti de diverze parte. Mentre lo manicare se faceva, senza li aitri buffoni moiti, fu uno vestuto de cuoro de vove.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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