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      De tale lettere messive che fuoro trovate no·llo créseri. Li baroni sapevano cotale caduta, ma stettero dìi tre 'nanti che volessino tornare a Roma per la paura. Puoi che tornaro, demoraro con paura. Li senatori fatti po' lo tribuno riessero debilemente e penzero lo tribuno collo capo de sotto e colli piedi de sopra a muodo de cavalieri nello muro dello palazzo de Campituoglio. Anco penzero Cecco Mancino, sio notaro e cancellieri. Penzero Conte sio nepote, lo quale rennéo la rocca de Civitavecchia. Lo cardinale legato entrao in Roma e procedeva contra esso e dannao la maiure parte delli suoi fatti e disse ca era eretico. Puoi Cola de Rienzi nascosamente ne gìo in Boemia allo imperatore Carlo e stette in Praga, la citate regale. Puoi ne gìo allo papa in Avignone e là sappe sì fare che fu revocato sio prociesso e fu fatto senatore de Roma per lo papa, e venne a Roma e fece cose memorabile e granne, como se dicerao. Puoi fu occiso per lo puopolo e fattone granne iudicio, como se toccarao nello capitolo de soa tornata in Italia. Lo paladino, lo quale ruppe Roma e·llo buono stato, digno Dei iudicio finao male e vituperosamente morìo. Puo' fatto questo anni otto, fu appeso per la canna in Puglia, in una soa terra donne era paladino, la quale avea nome Aitamura. In capo li fu posta una mitra de carta a muodo de corona. La lettera diceva così: «Missore Ianni Pipino cavalieri, de Aitamura paladino, conte de Minorbino, signore de Vari, liberatore dello puopolo de Roma». 'Nanti che fussi appeso moito se reparava con sio favellare, diceva: «Non so' de lenaio de essere appeso.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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