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      Alla fine frate Ianni de Lucca, commannatore de Santo Spirito, curze e sì racquetao li irrazionabili citatini. Onne omo torna a casa. Lo cardinale abbe granne feltrenga; àbberase preso de stare in Avignone. Questo legato fece preclare cose. Esso ficcao in Santo Pietro quelli doi belli panni li quali staco dallo lato dello coro, e donao uno a Santo Ianni e [un] aitro a Santa Maria Maiure. Questo voize revisitare lo tesauro de Santo Pietro. Questo dava assoluzioni e penitenzie de province e de citate, de principi e cose. Questo punìo penitenzieri, cassaone e impresonaone. Fece cavalieri, deo dignitati e officia. Aizava e abassava lo termine delli dìi. Lì concedeva la remissione delli quinnici in uno dìe per la tanta iente che era in Roma; ca, se questo non faceva, Roma non àbbera potuto reiere tanto. Questo diceva messa pontificalemente con tutte cerimonie como papa. A suono de tromme de ariento veniva in chiesia e tornava in palazzo. Questo legato voize fare la cerca quinnici dìi e guadagnare la anima como l'aitri. Ma vedi que l'incontrao. Ditta messa, cavalcava uno dìe lo legato per fare la cerca. Mossese da Santo Pietro e ivase a Santo Pavolo. Mentre che passao per la strada che vao dalli Armeni a Santo Spirito, in quello luoco che stao in mieso fra Santo Lorienzo delli Pesci e Santo Agnilo delle Scale, de sùbito iessìo de una casella per la finestrella della Incarcerata da lato a Santo Lorienzo doi verruti, li quali fuoro valestrati per occidere lo legato. L'uno no·llo toccao e ne gìo in aria vano, l'aitro lo percosse su nello capiello e sì se ficcao drento.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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