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      Po' non moito tiempo Iordano delli Orsini li tolle Corneto in mieso dìe. Lamentaose lo profietto allo legato e disse ca era ingannato, perché era cacciato de Vitervo. Respuse lo legato e disse: «Profietto, tu non pati tuorto». Mustraoli la cetola colli patti seiellata. La cetola diceva: «Io voglio restituire lo altruio e tenere lo mio proprio». Ciò odito, lo profietto stette queto. In questo Vitervo lo legato fonnao uno bellissimo castiello casato, fornito con moiti torri, palazza e casamenta per fermamento e fortezza della Chiesia de Roma. Lo quale castiello stao e cresce fi' alli nuostri dìi. Iace alla porta che vao a Montefiascone. Acqua sufficiente e fosse piene d'acqua stao intorno. Espedita la opera dello Patrimonio, lo legato alquanto demorao in Orvieto. Reconciliao Orvieto e·llo paiese, lo quale moito era corrotto. Puoi abbe Nargne, puoi Amelia. Puoi ne vao a maiure cose fare, ad espedire li fatti della Marca, ad abassare l'arroganzia delli Malatesta. Era missore Malatesta uno delli più savii guerrieri de Romagna. Tiranno potente moite citate e castella signoriava. La maiure parte della Marca de Ancona teneva sì per amore sì per forza. Aveva sio frate, missore Galeotto. Sempre questo mannava alle frontaglie. Teneva Ancona, la nobile citate. Como missore Galeotto sentìo lo legato approssimare nella contrata, granne moititudine, più de tre milia cavalieri, adunao. Iessìo fòra de Ancona. Venne a Racanati incontra allo legato. Era con missore Galeotto Gentile da Mogliano da Fermo con moiti aitri caporali della Marca.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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