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      In la Colonna teneva masnata de fanti e de arcieri. In Castiglione de Santa Perzeta mise masnata de fanti. In Tivoli teneva lo menescalco. Se reservao in Roma, in Campituoglio, per provedere, per vedere que era da fare. Granne penzieri aveva de procacciare moneta per sollati. Restretto se era a povera spesa; onne denaro voleva per pache. Mai non fu veduto tale omo. Solo esso portava lo penzieri de Romani. Più vedeva esso stanno in Campituoglio che suoi officiali nelle locora puosti. Sempre bussava, sempre scriveva alli officiali. Daieva lo muodo, l'ordine da fare cose e·lli fatti prestamente, de chiudere li passi donne se facevano le offese, de prennere uomini e spie. Mai non finava. Mai suoi officiali staievano lienti, freddi; non facevano cosa notabile, salvo lo prode guerrieri Liccardo, lo quale non se infegneva. Notte e dìe faceva predare Colonnesi, per tutta Campagna li persequitava. Non li lassava cogliere cielo. Consumava Stefanello e Colonnesi e Pellestrinesi. La guerra menava a buono fine, omo mastro che sapeva li passi e·lle locora, conosceva li tiempi. Sapevase fare amare da sollati. Era obedito de voglia. Dicevano l'Ongari: «Mai non fu veduto tale capitanio sì valoroso». Desarmato voitava la mano, dicenno: «Quello vestiame venga cà». Como lo diceva così veniva. A buono fine la guerra veniva. Ora voglio contare la morte dello tribuno. Aveva lo tribuno fatta una gabella de vino e de aitre cose. Puseli nome"sussidio". Coize sei denari per soma de vino. Coglievase la moita moneta.


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Cronica - Vita di Cola di Rienzo
di Anonimo romano
pagine 236

   





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