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      - Il vostro passato... veramente...
      - Ma ho fatto una pratica eccezionale delle vicende umane.
      - Lo credo. Però vi esporreste a nuove tentazioni, dalle quali parmi opportuno tenervi lontano.
      - Cardinale, abbiate pazienza, vi sono gratissimo delle vostre buone disposizioni a mio riguardo e tuttociò che avete fatto per me, ma poiché sono diventato prete, non voglio esserlo di pura mostra.
      L’ostinazione dello zio irritava un po’ l’illustre Principe della Chiesa. Egli subodorava delle seconde intenzioni nel tenace proposito di Don Domenico, ed ebbe una punta di resipiscenza per averlo richiamato. Ma comprendendo che non sarebbe stato agevole persuaderlo a rinunziare alle sue aspirazioni gli fu giocoforza di assentire. Dopo tutto la cura delle anime che reclamava, lo avrebbe allontanato da pericoli maggiori e salvaguardato il decoro della sua Corte.
      - Volete dunque assolutamente esercitare il sacerdozio in tutte le sue più gelose cure - domandò.
      - Lo desidero, Eminenza.
      - E sia. Avrete la confessione, per ora.
      - Mi basta.
      - In seguito vedremo, se convenga farvi titolare di qualche parrocchia.
      - Non spingo tant’oltre le mie aspirazioni.
      - Resta convenuto che risiederete a palazzo e farete parte della famiglia. Vi sarà facile prendere conoscenza e pratica del cerimoniale. Errare humanum est: voi avete, se la fama non mente, errato la vostra parte. Guardatevi bene dal ripigliar da capo e di offrir l’occasione a quel dente della calunnia, di cui dite d’aver provato i morsi, di nuovamente attaccarvi.


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Mastro Titta il boia di Roma
Memorie di un carnefice scritte da lui stesso
di Anonimo
pagine 421

   





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