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      Prima del levar della mensa il tradimento coniugale era per parte sua spiritualmente compiuto.
      Al forestiero venne assegnata una cameretta, comunicante colla stanza da letto dei padroni di casa, che serviva di gabinetto di toletta per Geltrude. Aiutata dal marito, la moglie, già virtualmente infedele, la trasformò in un piccolo Eden, confortato da tutti gli agi, con un soffice letto, le cui candide lenzuola e i morbidi guanciali odoravano di lavanda e di gaggiolo.
      Entrandovi il forestiero ne fu dolcemente sorpreso, si profuse in ringraziamenti, diede una robusta stretta di mano all’inglese al Finocchi, toccò colle punta delle dita quella di Geltrude, che corrispose all’eloquente pressione con pari intensità.
      I cospiratori sono tutti così: trovano ospitalità in una casa e la prima cosa che fanno, se appar loro innanzi una graziosa figura di donna, è quella di violarla, approfittando del prestigio che esercitano sui deboli animi muliebri il mistero ed il pericolo.
      All’indomani giunse, al commissario di Corneto, avviso dalla polizia di Roma, che doveva giungere colà un famoso cospiratore. Lo si esortava a vigilarlo per conoscere le persone colle quali si sarebbe messo in rapporto e ad arrestarlo quando fosse per partire.
      Quando si tratta di affari politici, generalmente parlando, le polizie sono sempre informate ventiquattr’ore dopo il fatto.
      Il commissario di polizia si affrettò a partecipare la nuova ai suoi intimi, per cui, in men che non si dica tutta Corneto fu edotta della cosa, e Luigi Finocchi per il primo.


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Mastro Titta il boia di Roma
Memorie di un carnefice scritte da lui stesso
di Anonimo
pagine 421

   





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