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      Notizie consimili si trovano anche in un altro viaggio in Italia dal 1736 al 1745, egualmente francese ma anonimo. Poiché i francesi parlano della macchina come cosa per essi nuova, bisogna dedurne che la doloire descrita dal Puységur pel supplizio del Montmorency nel 1632 fosse andata del tutto in disuso in Francia, quantunque sia certo che prima della rivoluzione uno dei privilegi dei nobili era quello di essere, in caso di condanna a morte, decapitati, supplizio più nobile della forca, riserbata ai condannati di origine plebea e che dava al supplizio un carattere infamante.
      Era così anche in Italia, e specialmente nello Stato Ecclesiastico ove oltre la forca usava il rogo, lo squarto, la mazzolatura con variazioni diverse a seconda dei casi.
      In Francia nel 1789, il principio d’uguaglianza dinanzi alla legge doveva portare naturalmente l’uguaglianza dinanzi al castigo. Il dottor Guillotin, filantropo ben noto, sottopose la questione all’Assemblea costituente, riassumendola in due punti; euguaglianza nel supplizio, abbreviamento della sofferenza. Nella seduta del 1° dicembre svolgendo in due articoli la sua proposta, indicava come mezzo più pronto e meno barbaro di supplizio, qualunque fosse la condizione sociale del colpevole, venne approvata ad unanimità. Fu nella discussione del secondo articolo che il dottor Guillotin, ribattendo le obiezioni con insistere nel dovere di risparmiare al condannato tutto ciò che ne potesse prolungare e incredulire il supplizio, pronunziò le famose parole, profetiche senza saperlo per molti dei presenti, i quali le accolsero con uno scoppio d’ilarità prolungata.


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Mastro Titta il boia di Roma
Memorie di un carnefice scritte da lui stesso
di Anonimo
pagine 421

   





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