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      Durante l’operazione il dottor Spizka disse:
      - Dio ti benedica, Kemmler.
      - Grazie, rispose il condannato.
      Il coraggio di Kemmler era sorprendente. Egli conservava nella poltrona fatale la stessa calma colla quale era entrato nella camera.
      Il dottor Spitzka, rispondendo alla domanda del guardiano carceriere, assicurò che tutto era finito.
      - Pronto! - ripetè Durston e aggiunse:
      - Addio.
      Poi andò verso la porta, la semiaperse e disse a qualcuno che si trovava di là:
      - Tutto è pronto. -
      La corrente elettrica fu stabilita. Il corpo sussultò violentemente e le membra si rattrassero. I muscoli del viso rivelarono lo spasimo del paziente, ma non si udì il più piccolo grido. Il corpo rimase 17 secondi irrigidito.
      Il giurì e i testimoni, si alzarono frettolosamente in quel punto e circondarono la seggiola elettrica.
      Il dottor Spitzka, ordinò di sospendere la corrente elettrica dicendo:
      - È morto.
      - Sì, è morto, ripeté il dottor Mac-Donald, con sicurezza.
      Gli altri presenti erano del medesimo parere. Nessuno dubitava della morte di Kemmler.
      Il dottor Spitzka, fece osservare che il naso del giustiziato era teso, prova evidente della sua morte.
      Nessuno lo contestava.
      - Toglietegli l’elmo, disse il dottore, si può portare il corpo allo spedale.
      Il dottor Busch, che esaminava attentamente il corpo del paziente, richiamò l’attenzione del dottor Spitzka sopra una macchia rossa che scorgevasi in una mano. Erano gocce di sangue.
      - Si ristabilisca la corrente - gridò il dottore - Kemmler non è morto.
      Ma la corrente non poté essere ristabilita subito.


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Mastro Titta il boia di Roma
Memorie di un carnefice scritte da lui stesso
di Anonimo
pagine 421

   





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