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      - Ma nell'avvenire, fuori di Dio, nessuno vede. Potrebbe anche darsi che accadessero nella tua famiglia tali eventualità, da consigliarti a prendere un velo, il quale al certo ti assicura un pane finchè vivi, ti salva dalle noie mondane...
      - Ma, cara zia, quello che voi chiamate noie mondane per me sono piaceri deliziosi, come ciò che voi chiamate vita beata, per me la qualifico vita d'inutili sacrifizi.
      L'abbadessa crollò il capo come volesse dire: il terreno è sodo. Quindi riprese:
      - Le gioie mondane sono ombre, fantasmi, illusioni a cui non dobbiamo attaccarci. Rifletti che abbiamo un'anima sola, alla quale dobbiamo ben pensare e cercare di salvarla, per non trovarci poi a gemere per una eternità nell'inferno.
      - Non c'intendiamo. Ambedue abbiamo ragione: ma è d'uopo, che rispettando io le vostre opinioni, voi rispettiate, le mie.
      - Non ti capisco affatto.
      - Mi spiego. Noi due camminiamo alla medesima meta per diversa via. Da ambedue si può fare un felice, come un pessimo viaggio. Chi ce lo assicura?
      - Chi mi dice che vivendo nel mondo possa perdere l'anima, e chi a voi che vivendo nel chiostro possiate salvarla?
      - Per amor di Dio, figliuola, non ragionar così! Tu sei in errore!
      - Siam sempre nell'istesso punto. Invece io dico, che nell'errore siete voi.
      - Taci, taci, il tempo ti darà più miti ed assennati consigli. Procura, cara figliuola, di diportarti saviamente, di non dar scandali, di adempiere a' tuoi uffici, e di stare in grazia di Dio. Vedrai che sarai felice.
      E ciò detto, mi condusse nella mia camera, dove lasciata sola, potei dar sfogo al dolore che mi straziava, piangendo.


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I Nuovi Misteri del Chiostro Napoletano scritti da un'ex monaca e pubblicati dall'abate **
di Anonimo
Tip. Guigoni
1871 pagine 97

   





Dio Dio Dio