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      Trascorsa forse un'ora, entrò nella mia stanza una monaca, dicendomi se volessi prendere per conversa una certa Elisa, la quale era molto desiderosa di trovarsi presso di me.
      Le risposi che non poteva arbitrarmi a nulla, dipendendo totalmente da mia zia.
      La monaca soggiunse che facessi di tutto per prendere Elisa, e a pregare mia zia a non volermi dare che essa.
      - Qualunque sia, replicai, l'accetto, o l'una o l'altra per me è indifferente.
      - Ma no, carina, non dovete dir così. - Vostra zia vi dà per conversa una donna cattiva ed antipatica a tutte. È una certa Dorotea, la spia della superiora, la discordia del convento.
      Le promisi di fare quanto mi consigliava per levarmela d'attorno, e restai alquanto sorpresa del suo linguaggio.
      - Dunque, dissi fra me, anche fra le sante monache vi sono animosità, invidia, odio e disprezzo. Fra queste sacre suore vi sono pure antipatie e simpatie. - E dov'è, ipocrite sfacciate, la virtù dell'umiltà, della pazienza, del perdono? E avete il coraggio di dire, che la via che percorrete è l'unica che conduca al cielo?
      Il mio monologo fu interrotto da una suora, che dicevami, mi portassi dalla badessa. Giunta da mia zia, questa mi disse:
      - Eccovi, figliola mia, una cara compagna, educata, buona, affabile, servizievole. Amatela, che questa è la vostra conversa e la vostra guida.
      Mi rivolsi a guardare la compagna che erami destinata. Era una donna su i quarant'anni, di giusta statura, brutta, d'un lividore spaventevole, col labbro inferiore cadente sul mento, col naso arricciato, con gli occhi piccoli e rossi.


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I Nuovi Misteri del Chiostro Napoletano scritti da un'ex monaca e pubblicati dall'abate **
di Anonimo
Tip. Guigoni
1871 pagine 97

   





Elisa Elisa Dorotea