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      Ma sapeva io che farmi. Anticipatamente aveva preso la mia via, e quella soltanto desiderava percorrere. Ben conosceva già, che un prete non può sentire in sè che un amore sensuale; se l'anima, sua fosse stata suscettibile del puro e santo amore di che la natura arricchisce i nostri cuori, avrebbe rinunziato al collare. Il prete, come tutti i libertini, ama cogliere le primizie dello amore, gustatele abbandonarle, per dedicare le sue seduzioni ad altra incauta. Che importa ad esso il sacrifizio di un'infelice, se i suoi sensi ne sono soddisfatti? Che gli importa una vittima, purchè questa gli crei nuovi piaceri? Il prete è un mostro detestabile, tanto più che non è mai coerente coi suoi principi. - Egli vi loda la castità(1), ed è il primo a violarla, se gliene chiedete ragione, vi dice essere il prete di carne come qualunque mortale, e badar bene a ciò che dice, non a ciò che fa. Empia, ed infame teoria!
      Il mio sdegno altresì fu provocato da quella lettera tessuta con tanta astuzia e scaltrezza. Quella bugiarda semplicità, quel misto di sacro al profano, quelle ridicole frasi, quel giro di parole misteriose, finirono ad eccitarmi tutto il disprezzo per l'autore. Ormai mi era d'uopo scegliere una via: o darmi al prete, e subire la sua dominazione, o indietreggiare ed attirarmi la sua persecuzione.
      Attenendomi all'ultimo che faceva? Quello che era accaduto alle altre: esser punite, e malvedute dalla maggioranza delle monache, poichè noi non siamo credute, e i preti sì. - Non è qui il tutto.


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I Nuovi Misteri del Chiostro Napoletano scritti da un'ex monaca e pubblicati dall'abate **
di Anonimo
Tip. Guigoni
1871 pagine 97