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      Allora s'impegnò fra noi due una lotta fiera, accanita, sorda, terribile. Ora io sotto ad essa, ora sopra. Ci percuotevamo con pugni, calci, graffi, morsi. Nessuna cedeva, ed il furore, anzichè diminuire accresceva le nostre forze. A stento potei svincolarmi e ritirarmi nella mia camera, ove giunta, mi vi rinserrai e mi gettai vestita e semimorta sul letto.
      Dio! qual notte fu quella mai per me!
      Fatto giorno, mi guardai allo specchio. Era tutta lividi e graffi. Mi lavai accuratamente, ma le tracce vi rimasero.
      Arrivò mio padre. Domandò di mia sorella, ma questa gli fece dire esser malata, e non poter scendere. Domandò di me, e corsi.
      Appena mi vide, dimandò la causa del mio turbamento, e dei segni che aveva nel volto. Minutamente gli narrai il tutto. Mi fece uscire tosto, e fattomi abbassare il velo sul viso mi condusse nella carrozza che egli stesso aveva recata.
      Io sperava tornare alla casa paterna, credendo che mio padre si fosse commosso! Ma no! Egli fu inesorabile.
      Per istrada, mi disse che conducevami in altro monastero di religiose chiare per virtù, per fama intemerata, ove avrei passati felicemente i miei giorni.
      Giunsi al convento O... in uno stato da far compassione. Fui introdotta in quel luogo che doveva essere la mia tomba, e semiviva fui trasportata in un letto, ove ne uscii dopo 22 giorni di pericolosa malattia. Debbo confessare che mi furono prodigate tutte le cure, e fui assistita da un medico a cui io aveva confidato la causa della mia malattia, il quale mi curò con ogni diligenza, e lessi nel suo volto la commozione che sentiva per le mie angoscie.


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I Nuovi Misteri del Chiostro Napoletano scritti da un'ex monaca e pubblicati dall'abate **
di Anonimo
Tip. Guigoni
1871 pagine 97