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      Quel silenzio; quelle tacite lacrime mi dissero che un cuore palpitava per me, che un uomo non mi abbandonava e osai sperare.
      Quando fui restata sola, abbandonata dai parenti, segregata dal dolce consorzio degli uomini, condannata a trascinare la mia gioventù nel quietismo, costretta a comprimere i dolci sussulti del cuore, a soffocare gli slanci ardenti dell'anima, oh! allora, confesso, fui vinta e caddi sur una seggiola, priva d'intendimento. Per due ore stetti lì, senza moto, senza ragione. Ma la speranza, questa lusinghiera degli sventurati, mi balenò nella smarrita fantasia un raggio di luce, debole, si, ma bastevole a vedere nell'avvenire, che la mia tortura non era eterna. Una voce interna mi disse "Spera."
      CAPITOLO IX.
     
      La castità delle monache.
     
      Morta l'abbadessa, fu d'uopo eleggerne altra, e fu eletta a pieni voti una tale di famiglia nobile, e di alto casato. Di carattere ardente, sfrenato, con tutte le superstizioni che s'imparano nel chiostro, simulatrice, debole, sventata, capricciosa. Dimostrava 40 anni, ma ne possedeva circa 50. Lascio considerare come sotto l'influenza di quest'angelo-demonio, potessero le cose del convento andare pel loro verso.
      Io fui fatta sacrestana della chiesa, e potei convincermi da me stessa delle cose che sarò per narrare.
      Sono destinati al servizio della chiesa stessa tre o quattro chierici. i quali sono gli amanti della monaca B., dell'educanda N. - Non rare volte accadono fra essi degli scandali e dissapori piuttosto gravi. Qualche chierico poi gode la protezione di una suora alto locata, e questi allora è invidiato dal suoi colleghi, e da ciò dispute e risse.


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I Nuovi Misteri del Chiostro Napoletano scritti da un'ex monaca e pubblicati dall'abate **
di Anonimo
Tip. Guigoni
1871 pagine 97