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      Non vi ho dimenticata un istante. Ho fatto quanto umanamente è stato possibile di fare per salvarvi... tutto è stato impossibile; ma ho volontà ferrea e vi riuscirò. - La promessa fatta a mio cugino la manterrò fedele fino alla tomba. Voi la ignorate: ma la saprete. Fidatevi del messaggiero come di me, e di voi stessa. È vecchio nostro amico. - Datemi per sue mani vostre nuove, ed io per il mezzo stesso vi terrò al giorno di tutto. Vivete sana e felice, e pensare a me.
     
      CELSO N."
     
      Combattuta da tante e varie emozioni, sentii mancarmi la lena e sarei caduta stramazzone, se non mi fossi poggiata al muro. Quindi caddi sulle mie ginocchia, e fervorosamente diressi una preghiera a Dio, ringraziandolo del bene che mi veniva fatto. Da molto tempo non aveva così pregato! - La preghiera è sempre un sollievo, ed io mi sentii più felice.
      Per un anno intiero tenni corrispondenza con Celso, la quale contribuì a farmi passare meno dolorose le impressioni che suscita il quietismo e la reclusione.
      Non mi dilungherò maggiormente su tale materia, avendo, credo, detto abbastanza sulla castità delle monache; che questo capitolo ho voluto trattare con una certa delicatezza, tralasciando cose che per la loro turpitudine è meglio tacere.
     
      CAPITOLO X.
     
      La povertà e l'umiltà delle monache.
     
      Io son d'opinione che non siavi alcuno, il quale creda in tutta buona fede, che tanto gli uomini che le donne si ritirino dal mondo, per vivere, come eglino dicono, poveri ed umili. - Nè credo ingannarmi.
      Forse nel principio quest'istituzioni esistevano, ed erano state erette a tale scopo: non voglio contradirlo; ma poscia si dimenticarono, si rinnovarono, si trasformarono.


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I Nuovi Misteri del Chiostro Napoletano scritti da un'ex monaca e pubblicati dall'abate **
di Anonimo
Tip. Guigoni
1871 pagine 97

   





Dio Celso