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      ... tutte dannate!...
      Le grida erano tali che il celebrante stesso mandò a vedere cosa accadeva. L'abbadessa era pazza. La priora ordinò ad alcune converse di prenderla e portarla a letto.
      Passarono alcuni giorni, senza che ella migliorasse.
      Fu chiamato il medico. Questi rampognò vivamente l'infermiera perchè avesse tardato tanto a chiamarlo. Ne ebbe una secca risposta:
      - Credevamo che non fosse nulla.
      La salassò, le applicò del ghiaccio al capo; ma nulla fu bastante a frenare i furori della pazza. Il medico ordinò che fosse recata al manicomio: ma nella nottata dette in tali smanie da mettere sottosopra il convento. Seminuda correva per i dormitorii con un Cristo in mano, gridando: All'inferno, scomunicate! all'inferno, adultere! all'inferno, donne di mala vita, e così dicendo, infuriando sempre, scese le scale, e prima che si fosse in tempo di afferrarla, si precipitò in una cisterna, che per buona fortuna non riceveva più acqua. - Il colpo la privò dei sensi. Con una scala fu estratta da quel luogo quasi esanime. Aveva riportato una larga ferita sopra la fronte e varie lussazioni nel corpo. Fu ricondotta nel letto. Si fecero venire il prete e il medico.
      Riavutasi tornò di nuovo ad infuriare. Scacciò il prete, non volle confessarsi, e ricusò perfino i sacramenti.
      - Scostatevi, gridava, non mi toccate, vi abbrucio. - Allontanate quei diavoli. Chiamatemi Eugenio, che venga egli a salvarmi, io sono dannata!
      Eugenio era stato uno dei suoi primi amanti.
      Il prete faceva di tutto per calmarla; ma ella gridava sempre:


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I Nuovi Misteri del Chiostro Napoletano scritti da un'ex monaca e pubblicati dall'abate **
di Anonimo
Tip. Guigoni
1871 pagine 97

   





Cristo Eugenio