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      - Umiltà da sacerdoti! - Poscia mi disse: - Per qual motivo avete iniziata una supplica per uscire?
      - Non ho altri motivi che la salute.
      Crollò in capo in segno d'incredulità.
      - Pure il vostro aspetto è florido, bello, senza traccia alcuna di malattia.
      - Eppure non mi sento bene. - Soffro di mal di nervi.
      - Figliuola, questa scusa non vale.
      Per quel giorno finì la cosa a questo punto.
      Di frequente il cardinale recavasi al monastero, facendo il galante e lo sdolcinato con tutte le monache più graziose. Contegno irriverente!
      E tutte le volte voleva vedermi e intrattenevasi lungo tempo a confabulare meco. - In una di queste occasioni mi fece conoscere che la mia domanda sarebbe restata senza effetto, essendochè la curia romana rispedisce le domande all'arcivescovo, perchè questi informi in conseguenza. perocchè dipende tutto dall'Arcivescovo.
      - Se ciò è, V. E. può essermi utile.
      - E in che cosa?
      - Perchè io ottenga quanto vivamente desidero.
      - Anzi io sarò un vostro acerrimo nemico, mi rispose con riso sardonico, nè mai vi sarà accordato quanto chiedete.
      - E perchè, Eminenza?
      - Perchè voi siete l'ornamento di questo chiostro e non dovete dipartirvene.
      - Eminenza, io sono risoluta ad uscirne, dissi con risolutezza.
      - Voi non uscirete mai.
      - Io ne uscirò a qualunque costo.
      - Come! urlò il cardinale indispettito della mia fermezza, voi volete impormi?
      - No, non impongo nulla a V. E., ma per me ho il diritto di fare quanto è utile al mio individuo.
      - Voi non appartenete più a voi stessa.
      - Io sento di esser donna.


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I Nuovi Misteri del Chiostro Napoletano scritti da un'ex monaca e pubblicati dall'abate **
di Anonimo
Tip. Guigoni
1871 pagine 97

   





Arcivescovo Eminenza