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      .. e mio cognato mi interruppe dicendo che avrebbe fatto parlare da suo amico a sua Eminenza...
      - Giammai, gridai, non v'incomodate, che sarebbe tempo perduto. La setta pretina non sa commuoversi. - Sopporterò in pace la mia croce.
      E in così dire mi ricomposi, asciugai le mie lacrime, ne più mi lamentai.
      Giungemmo al convento. Mi accorsi non esser quello da cui era uscita. Ne ebbi piacere. In tal guisa non era pascolo di curiosità alle sfaccendate e sfacciate serve di Dio.
      Il prete mi consegnò alla superiora, dicendomi, che quivi avrei attesi gli ordini di sua Eminenza.
      La superiora mi fissò, mi prese la mano, e caritatevolmente mi disse:
      - Siate la benvenuta.
      Al vedere tanta bontà, le presi anch'io la mano, vi impressi un bacio e la bagnai di lacrime.
      I miei parenti si ritirarono.
     
     
     
     
     
     
      CAPITOLO XIV.
     
      Il Cardinale.
     
      La dimane corse mio padre nel massimo corruccio a rimproverarmi amaramente. Non potei fare a meno di rispondergli con giusto risentimento.
      - Io non so chi vi dia la forza di censurare la mia condotta. Non so chi vi dia il coraggio d'insultare una vostra vittima. Tutto si può sopportare, padre mio, ma l'insulto no! Chi mi gettava nella disperazione? Chi avvelenava i miei giorni? Chi mi rapiva la felicità? Chi mi negava l'asilo santissimo della famiglia? Voi! snaturato e crudele. Voi!... e dovreste ben capire, che le vostre visite mi riescono insopportabili, e mi fareste un gran servizio se più mai veniste a vedermi. Se vi era cara, non mi dovevate sacrificare. Ma Dio è giusto... e non mi abbandonerà...


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I Nuovi Misteri del Chiostro Napoletano scritti da un'ex monaca e pubblicati dall'abate **
di Anonimo
Tip. Guigoni
1871 pagine 97

   





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