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      - Continuate.... continuate... e vi farò vedere, che saprò fare davvero l'inquisitore e il carnefice.
      - Non ne ho dubbio alcuno. In ciò credo siate maestro.
      - Volete sempre lottare?
      - Fin che avrò vita.
      - E tenterete ancora di fuggire?
      - È il solo pensiero che abbia in mente.
      - Deponetelo.
      - Son sempre in tempo. Per ora lo custodisco.
      - Tornate buona religiosa, siate docile, ricalcate la via della virtù.
      - E di qual religione mi parlate? Di qual virtù ragionate voi, se quella e questa vi sono ignote? Voi potete adescare colla vostra eloquenza quelle povere monache, alle quali la ristrettezza della regola e le stupide credenze hanno tolto il ben dell'intelletto. Non me, che, grazie a Dio, conservo sempre e il senno, e la giovinezza del cuore.
      Il cardinale aggrottò le ciglia, e dopo qualche istante proseguì:
      - Tornate buona, vi ripeto. Scacciate dalla vostra mente quell'idee che non possono riuscirvi che funeste. Pensate che voi avete profferito dei voti, dai quali non vi può sciogliere che la morte...
      - La morte!... Stupisco che non mi abbiate compresa, e che ignoriate come la rassegnazione imposta, sia una virtù più dell'ebete che del forte, e che quando si è giunti all'ultimo grado dell'esasperazione si è capaci di tutto... capite bene... di tutto! - Voi mi parlate di voti!... voi che sempre li avete violati, infranti, spezzati! Cardinale! fareste meglio a tacere, parlando vi rendete non esoso, ma ridicolo, che per l'uomo è l'ultimo gradino a cui può discendere.
      Il cardinale mi guardò biecamenle, e mi congedò d'un gesto.


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I Nuovi Misteri del Chiostro Napoletano scritti da un'ex monaca e pubblicati dall'abate **
di Anonimo
Tip. Guigoni
1871 pagine 97

   





Dio Cardinale