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      «Non divide i timori de' sottoscritti alla Memoria, che i fanciulli de' sudditi inglesi potrebbero essere trattati nella medesima maniera; se un tale insulto avesse luogo non sarebbe commesso impunemente». La spada dell'Inghilterra questa volta vien minacciata da un alto ministro di Stato, non come l'Epée de la France minacciata da un giornalista che voi prendeste a beffe; il dramma cangia di scena e di attori, giova cambiar linguaggio o meglio prudentemente tacere.
      In mezzo a tutto l'assordante scalpore che turbava la pacifica beatitudine di quiete e di riposo de' padri apologisti del ratto, sorge una voce da Roma che colpisce come la folgore tutta la stampa europea, tutti i propugnatori della causa Mortara. Non possumus. Noi non possiamo piegare alle esigenze del secolo, alle suppliche degli interessati, alle ragioni dei dottori cattolici. Non possumus, senza infrangere tutto l'edifizio del cristianesimo, senza abdicare a se medesimo (Univers, 24 ottobre). E qui gli osanna rumorosi ed entusiastici dei panegiristi, i lamenti de' supplicanti, le critiche de' filosofi, il dolore degli umanitari, la disperazione de' delusi, la minaccia de' reazionarii La Presse, coll'organo di uno de' suoi più brillanti redattori il sig. Guerault, s'inspira su quelle magiche parole, non possumus, e ne estende un lungo articolo di cui diamo qui un brano.
      «Se il cattolicismo volesse contentarsi di essere una delle forme, e noi aggiungiamo volentieri, la forma fin qui la più elevata dello spirito religioso, nessuno gli rifiuterebbe il legittimo omaggio che ogni onest'uomo deve alle credenze di una parte notabile dei suoi simili.


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Roma e la opinione pubblica d'Europa nel fatto Mortara
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