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      Ed oggi avrebbero meno a sperare i genitori dell'Edgardo, mentre lo stesso verace zelo disposto a più alti e squisiti sensi di ragione e di umanità, può farlo nel cuore e nella mente della suprema autorità, giudice della loro causa?
      Non era forse dopo avere interrogato l'oracolo della Chiesa che principi tanto devoti della cattolica religione emanavano le accennate disposizioni ad invalidare i battesimi abusati negli infanti israeliti? E non era la voce della Chiesa quella di vescovi e sommi pontefici, quando colpivano con quella stessa sentenza i medesimi atti? La desolazione di un padre, l'angoscia monomaniaca di una madre sulla perdita di un loro figlio, sarebbe già un grave argomento di mite consiglio nell'alto governo di quella religione che ha viscere di umanità per ogni sventura.
      Ma non è solamente il grido del dolore che invoca per i coniugi Mortara la restituzione del loro Edgardo, è ancora il sentimento della paterna autorità che ebbero inviolabilmente da Dio, e che inviolabile fu proclamata da questa religione, è l'elucubrata argomentazione di eletti ingegni, onore e decoro delle ecclesiastiche dottrine, è l'esempio autorevole di un passato, ove ben altro che non al presente era la pubblica ragione dei socievoli rapporti, è la giustizia, la mansuetudine, la carità, che han fede nella mente e nel cuore del magnanimo pontefice e dei suoi degni ministri, cui spetta il decretare sull'invocata restituzione.
     
     
      ALLEGATO N° 1. N° 2711
     
     
      GOVERNO PONTIFICIO
     
      Il senatore di Bologna, sopra istanza del signor Momolo Mortara, registrata a questo protocollo comunale oggi stesso, N° 2711.


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Roma e la opinione pubblica d'Europa nel fatto Mortara
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