Pagina (162/194)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma le loro voci restarono quasi sopraffatte dal tafferuglio; ed eziandio alcune persone assennate e pie dicono di non vedervi abbastanza chiaro; ed intanto quei dottoroni, filosofi, politici, pubblicisti, letterati, ecc. ecc. si fruiscono un facile trionfo, il quale, se nulla dimostra, dimostra solo che non sanno il catechismo o certo che non lo capiscono. Essi certo sono i padroni e di non saperlo e di non capirlo; ma ci dicano senza ambagi che non sono Cristiani; ed allora noi, piuttosto che rispondere ai loro sofismi, pregheremo che diventino quel che non sono.
      È uopo che noi altresì parliamo di questo avvenimento, il quale, di tenuissimo che era per sè medesimo, è diventato strepitoso pel tanto strepito che, senza un perchè, se n'è voluto menare. Che se abbiamo indugiato alcun poco a tenerne parola coi nostri lettori, ciò è stato perchè abbiamo voluto andare un poco al fondo della cosa, e ponderare altresì i giudizii che da varie parti se ne recavano. Ora ci pare di essere in grado di farlo con sufficiente cognizione di causa; ma prima di tutto ci è uopo esporre schiettamente il fatto, che ha dato occasione a quel nugolo di dicerie e di pregiudizi! che in un paio di mesi vi si è addensato attorno.
     
     
     
      II.
      Cenno del fatto pei sommi capi.
     
      Una giovane fantesca cristiana al servigio di una famiglia israelita in Bologna, negl'inizii della scorsa estate, raccontava ad una donna attempata, come un bambino, ultimo dei parecchi che ne avea il padrone di casa, era presso a morte per infermità gravissima.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Roma e la opinione pubblica d'Europa nel fatto Mortara
Atti documenti confutazioni
di
pagine 194

   





Cristiani Bologna