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      La cosa è sì grave che qualche giureconsulto francese ha opinato che, standone eziandio al codice di quella contrada, il quale non è certo ligio al diritto canonico, potrebbe un Procuratore imperiale, a nome della legge, ottenere dal tribunale che il figlio fosse educato in casa cristiana, a solo fine di proteggere la debolezza inerme contro l'abuso della paterna autorità, la quale, la mercè di Dio, non è più presso noi padronanza assoluta, come fu nella cieca gentilità; ma dalle legislazioni cristiane ha ricevuto i suoi limiti ed i suoi rattenti. Ora quello che farebbe un codice, che non riconosce il gius canonico, non lo farebbe il Capo supremo della Chiesa, la quale è stata e sarà sempre la protettrice nata di tutti i deboli oppressi e la barriera di ferro opposta a tutte le prepotenze dei forti?
     
      Gran cosa! e che a questo secolo scredente e servo di abbietto utilismo basterebbe essa sola a rivelare la divina missione della Chiesa, quando esso non si fosse cavati gli occhi per non vederla! Per un povero bimbo settenne, germoglio oscuro di pianta parassita, al quale i grandi ed i potenti del mondo non volgerebbero pare un guardo, e pel quale non san comprendere come e perchè si debba menare cotanto scalpore; per questo bimbo un Sovrano augusto; un Vicario di Cristo, un Pontefice sommo si vede tranquillamente scatenare e fremere attorno tutti i pretesi organi della opinione libertina, che invoca pratiche diplomatiche, pubbliche rimostranze, interventi e non sappiano che altro; ed al tutto risponde con silenzio dignitoso e sereno: «Vada ogni cosa, piuttosto che torre a Cristo un'anima che Egli ha compera con sanguinoso riscatto». O noi non vediamo nulla, o questo è nuovo argomento che anche nel nostro tempo, e forse più nel nostro tempo, che in altri, la Chiesa cattolica è la sola, la più vigorosa, la più sicura tutrice della dignità personale; nuovo argomento, a cui va congiunto un nuovo trionfo della Chiesa stessa, dovuto meno alla solidità della pietra, sopra cui essa è fondata, che alla improvvida insania di chi, dandovi di cozzo, vi si volle infrangere (54).


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Roma e la opinione pubblica d'Europa nel fatto Mortara
Atti documenti confutazioni
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