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      E allora la mente corre con ispavento a una terribile idea: chissà quanti misfatti si commettono che la giustizia umana non arriva né a sorprendere né a sospettare!
      Cristina con quella svegliatezza di intelligenza e quella energia che la natura le avea concesso, non appena era stata assalita da quelle furie tentatrici, s'era messa all'opera malvagia. E questa era diventata lo scopo principale della sua vita.
      Quale fosse il suo piano lo vedremo fra poco.
     
     
      CAPITOLO QUARTO
     
      IL SEGRETO DI NOEMI
     
      Ma prima di studiare il piano di Cristina vediamo quale fosse il segreto di Noemi.
      Noemi era rimasta orfana a dodici anni, e appena uscita dal collegio, il nonno le aveva parlato di matrimonio.
      Il solo uomo, non vecchio, ch'ella vedesse in casa Firmiani, col quale avesse una certa confidenza, perché si ricordava di averlo conosciuto fin da bambina venir spesso a far visita a sua madre, era il Dal Poggio. Quarantatré anni, trentamila lire di rendita, un bel nome, una bella presenza, e sopratutto la promessa di abitar colla sposa in casa Firmiani aveano deciso il nonno ad accettare la domanda di Emanuele Dal Poggio.
      Quanto a Noemi, - la quale aveva il cuor libero come il dí ch'era nata, e, chiusa com'era nelle domestiche pareti, si annoiava a morte a tener compagnia al vecchio nonno, - non aveva desiderato di meglio. La sua educazione, come quella di quasi tutte le fanciulle che non crescono sotto gli occhi d'una tenera madre, era stata un po' trascurata. In collegio le avevano insegnato perfettamente la storia sacra e la profana, l'inglese ed il francese, il disegno e il pianoforte.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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