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      E qui, è d'uopo dirlo; non ebbe fin dal principio la forza di sottrarsi al dolcissimo sentimento che la invadeva.
      Fino allora Noemi non aveva mai pensato a' suoi doveri di moglie. L'idea di poter rivolgere tutti i tesori della sua tenerezza su una creaturina da cui sarebbe stata chiamata madre l'aveva resa inaccessibile a qualunque sentimento estraneo alla famiglia. Perduta a poco a poco anche quella speranza... pure ella non aveva pensato - come tante donne - a procacciarsi un amante: un amante per progetto, per isfuggir la noia, le sarebbe parso una cosa orribile. La sua stessa bellezza del resto le aveva servito mirabilmente di salvaguardia nei quattro anni del suo infelice matrimonio. Fra tanti omaggi palesi o furtivi che le tributavano i suoi adoratori, ell'era rimasta indifferente. E se fra tutti aveva notato Emilio, non fu certo colla speranza o col desiderio d'esserne amata.
      Ma dopo averlo trovato da sua cugina, Noemi non aveva potuto sottrarsi all'ebbrezza di vedersi adorata da lui, che pur non osava quasi alzarle in viso lo sguardo. A questo punto la china già sdrucciolevole per tutte le donne, per Noemi, mercè la cugina, doveva diventar precipitosa.
      Per perdere una donna val piú il dito mignolo d'un'altra donna che mille uomini insieme, o un dopo l'altro. Cristina s'era accorta di tutto, e dissimulando aggiungeva una terribile esca al fuoco.
      Noemi non era andata una volta sola a trovarla senza incontrarvi Emilio. La sventurata non aveva sentito la forza di sospendere le sue visite.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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