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      - Che cos'è che mi sembri di cattivo umore stassera? Si direbbe che hai pianto.
      Noemi a quel brusco richiamo al suo dolore si sentí venir le lagrime grosse sul ciglio; ma sforzandosi di sorridere all'amica:
      - Tu scherzi; - le diceva - perché vuoi che abbia pianto?
      E allora svincolando una mano da quella di sua cugina, e prendendo con noncuranza fra le dita il lembo del di lei colletto, ch'era un bel lavoro di ricamo, si mise a fargliene i piú grandi elogi.
      Vi sono poche donne che con una lode ben formulata a qualche parte del loro abbigliamento non si possano sviare da una idea, da un discorso incominciato.
      Se non mi credete vi prego di farne la prova.
      A mezzo d'un ragionamento di qualche vostra amica, sia pure di garbo e piena di spirito, uscite ad ammirarne il vestito, un braccialetto, una trina, e c'è da scommettere mille contro uno che ella sospenderà per lo meno il discorso per ascoltarvi e forse per rispondervi.
      Perciò la contessa, staccati gli occhi da quelli di Noemi, stette a udir sorridendo le sue lodi e rispose:
      - Ti pare?
      - Ma certo che mi pare; - continuava Noemi - io non te l'ho mai veduto ed è una vera meraviglia di finezza e di buon gusto.
      - Indovina chi me lo ha ricamato? - chiese Cristina.
      Strana anomalia del cuore!
      Se Noemi poco prima aveva provato un moto di gioia d'aver potuto sviar l'attenzione della cugina da' suoi occhi pregni di lagrime, ora, alla nuova domanda, ella ne sentí tutto il vuoto, e avrebbe quasi voluto tornare sul primo discorso, e dovette fare uno sforzo per non rispondere un: "non m'importa nulla di saperlo" che, se non le venne sul labbro, certo le si affacciò alla mente troppo compresa dal suo doloroso pensiero.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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