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      E Noemi sotto quei baci si struggeva sempre piú.
      - Dimmi, Noemi, confida a me i tuoi fastidii... È dunque vero che tu ami quel caposcarico? Che cosa ti ha fatto? Raccontami la tua passione.
      Noemi dopo il primo sfogo, vergognosa di essersi lasciata andare cosí, asciugavasi gli occhi in silenzio.
      La Firmiani incalzava, e chi indifferente fosse stato a mirar quella scena, si sarebbe accorto indubbiamente che in quella sollecitudine c'era un intimo senso di invidioso piacere.
      Alla fine Noemi rispose:
      - Non mi ama piú... mi ha fatto soffrir tanto...
      - Oh Noemi! Si vede proprio che questo è il tuo primo amore! E sei cosí buona di accorarti per ciò? Mia cara, ridi, sta allegra, giacché egli non ti ha mai tanto amata...
      Noemi la ascoltava a bocca aperta.
      - Perché dici cosí? - chiese ella ingenuamente e con un leggero accento di speranza e di gioia nella voce.
      - Perché sí... perché l'amore senza collere è la piú insipida cosa di questo mondo; perché s'egli ti ha detto delle cose dispiacenti è segno che è geloso, e, se è geloso, è segno che ti ama.
      Era la prima volta che Noemi parlava di queste cose con Cristina. Questa sua logica, cosí volgare, cosí al dissotto dell'ideale che ella s'era formata del vero amore, la disgustava.
      - No, no, Cristina; - disse Noemi tristamente - no, pur troppo, egli non è geloso; non può essere geloso. E di chi dovrebbe esserlo, mio Dio! se io non vedo persona al mondo altri che te? Anch'io temei sul principio che egli avesse un'ombra; che alcuno gli avesse parlato male di me;... ma mi dovetti disingannare;... oh è tutt'altro;... egli non mi ama piú...


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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