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      Udite:
      - Chi nominò la compagnia brusca? - gridava Niso - Nessuno conosce la nostra potenza.
      - E la vostra bolletta; - sclamò la Teresa.
      - La bolletta non è che un effetto naturale della potenza. Tanto è vero che tutte le potenze sono in bolletta.
      - Questo è un paradosso.
      - No, no, ascoltatemi...
      - Zitto, silenzio... abbasso là... ascoltiamo papà Niso che parla.
      - Sapete voi, - disse Niso - sapete voi perché gli imbecilli hanno sempre a questo mondo maggiori vantaggi che gli uomini di talento come noi?
      - E crepi la modestia! - gridò la Teresa.
      - Sapete voi perché un asino che fallisce trova mille che gli prestano denaro, mentre un nostro pari che muore di appetito non trova un cane che gli paghi da pranzo?
      - Io comincerei a non accettarlo; - notò Emilio.
      - Perché proteggendo un asino quei mille si sentono superiori, mentre pagando da pranzo ad un uomo di talento non si sentirebbero neppur uguali.
      - Ma noi rovesceremo il mondo, - gridò Gustavo - e muteremo la società dal sotto in su.
      - Questo è da farsi. E noi donne farci tutte uguali agli uomini.
      - Signori; - gridò Teodoro - la Teresa ha delle idee di emancipazione; propongo di metterle a protocollo per trattarle nella prossima seduta della società.
     
      - ... E quanto t'è poi costato quel cappone? - chiese la Gigia alla amante di Teodoro ripigliando un discorso interrotto e parlando a bassa voce dietro la scranna del giovane che stava loro in mezzo.
      - Quindici lire; - rispose Teresa.
      - Che ladra!
      - Ma tu sai bene che è proibito ribattere un centesimo del prezzo, altrimenti il sortilegio non riesce.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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