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      .. Mi par ancora di vederlo!
      Abitava in Santa Radegonda una stanza, dove regnava un freddo moscovita; e un Reaumur, che pendeva da un chiodino infisso nella intelaiatura dei cristalli, mi fece l'effetto come di un'ironia: segnava un grado sotto lo zero.
      Eppure nella stanza c'era il caminetto, e la cassa era piena di legna; ma Temistocle lo aveva acceso quando il freddo era sopportabile, poi si era dimenticato anche di aver freddo, e alla lettera si gelava.
      Nel suo genere quella stanza era un vero modello. Tu Niso che ti sei messo ad avere qualche cosa a suo posto, non puoi credere come fosse quella stanza. La gretta mobiglia e gli sgraziati addobbi del riaffittatore sparivano, per cosí dire, nello spaventevole disordine delle robe di Temistocle; non un filo a suo luogo; si avrebbe anzi detto che in un eccesso di furore ei le avesse sbalestrate pei quattro angoli; tra le altre cose un solino da collo, caduto in bilico sul capo d'una statuetta di Masaniello che chiama il popolo alla riscossa, mi fe' sorridere entrando.
      Io era andato da lui per affari di caricature. Allora stavo per fondare un giornale umoristico: stemmo un paio d'ore a colloquio, poi uscimmo insieme a far colezione.
      Da quel giorno fummo piú amici che se ci fossimo conosciuti da dieci anni. Come quando ci trovammo noi due.
      Temistocle era bello, come può essere bello un giovine tarchiato di cinque piedi e dieci pollici in mezzo alla generazione del giorno d'oggi. Il suo portamento, la foggia del vestire e l'aria un po' desolata del viso fermavano la gente in istrada; la sua barba a ventaglio arieggiava quella posticcia di un gran sacerdote da palcoscenico.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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