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      L'aspetto d'una stanza può essere una intera rivelazione. Cristina, con tutto il suo talento e tutto il suo spirito, non aveva saputo ammobigliarsi con buon gusto il proprio appartamento. In quella sala si sarebbe detto ch'ella non avesse saputo dissimulare i malvagi istinti e la tenace natura. C'era della bellissima roba; ma una ignobile mano aveva presieduto a quell'ammobigliamento. I colori stonavano fra di loro; nessun oggetto parlava al cuore... non un fiore, non un capo d'arte, non una memoria... Una vera sala senza espressione!
      Quando una donna ben nata, ricca, educata, soffre di abitare in un appartamento in cui le leggi del buon gusto sieno lese, per quanto leggermente, il carattere di quella donna, per me, è già bell'e delineato. Ella potrebbe essere buona come un angelo, bella come una Venere, virtuosa come la madre dei Gracchi, difficilmente potrei appassionarmi per essa, giacché sarei certo che le mancherebbe una dote preziosa per la donna: la grazia... il buon gusto.
     
      Cristina era cosí. Sappiamo già a un dipresso quali rei progetti volgesse nell'animo costei, e di quanta perfidia ella fosse capace. Pronuba, per non dir peggio, agli amori di sua cugina, era riuscita a darle un amante. Ma questo non era che il prologo del dramma che essa meditava. L'amore di Noemi doveva servirle per arrivare alla catastrofe, ad ottener la quale fidava sopratutto nella gelosia del Dal Poggio, ch'essa conosceva come il piú orgoglioso degli uomini.
      Ma il difficile stava nell'aprirgli gli occhi.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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