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      Sono per credere che tu ne sai qualche cosa.
      - Che vuoi ch'io ne sappia, - rispose la Firmiani ridendo - se le sono appunto fantasticherie? Tu sai prima di tutto che Noemi è piena d'imaginazione e che legge dei romanzi.
      - Oh credo di no, adesso.
      - Perché?
      - Perché gliel'ho severamente proibito.
      - Davvero?
      - Senza dubbio; non che io dia al romanzo quella importanza, né quell'influenza che alcuni gli attribuiscono; ma gliene do abbastanza per non volere che mia moglie ne legga. Del resto, - continuò tornando direttamente sul proposito - non fa bisogno di leggere romanzi per avere dei vapori pel capo...
      - Oh questo è vero!... Basta di averne già letti in passato! - sclamò Cristina che godeva dell'imbarazzo del Dal Poggio - Ma non so come tu ti sia messo a dar importanza a queste cose. Sai che Noemi è una buona donnetta, che non farà mai una cosa fuori del suo dovere... e questo ti dovrebbe bastare per essere tranquillo... Del resto, certe fisime... certe ombre che vengono talvolta in capo... passano come sono venute...
      Il Dal Poggio s'alzò da sedere, perché capiva di perdere la bussola. Era quello forse il primo accesso di gelosia che lo prendesse dacché era marito di Noemi.
      Cristina finse di non accorgersi, e lasciò che il Dal Poggio si rimettesse dal suo turbamento.
      Questi dopo d'aver data una giravolta per la sala, come uomo che si dispone a partire, tornò a sedersi in faccia a Cristina e, cangiando tono, le disse:
      - Mia cara Cristina, tu senza volerlo mi hai messo... nella posizione... di dover continuare questo discorso con una certa insistenza; perché capirai che, quantunque io conosca perfettamente mia moglie, come quella che fu, si può dire, educata da me, non trovo necessità di lasciarle in testa neppur quell'ombra passeggera a cui tu accennavi.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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