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      Ma il Dal Poggio, invece, aveva trovato nel suo carattere troppo buone ragioni per essere tentato mai di violarla. Rientrando in casa a tarda notte, sia che Noemi fosse rimasta a far compagnia al nonno, sia che la carrozza l'avesse ricondotta a casa dalla conversazione della Firmiani, ei soleva chiedere al servo se sua moglie fosse ancor levata, e, se sí, degnavasi di entrare a darle la buona notte,... se no andava difilato in camera sua e non la rivedeva che a mattino, quando la famiglia si riuniva per far colezione.
      Noemi, dal giorno che l'amore per Emilio le aveva rivelato un mistero di passione fino allora sconosciuto, aveva provato uno sgomento indicibile al pensiero che suo marito potesse mostrarle un momento di tenerezza. Sulla falsa via ch'ella batteva, quel pensiero era onesto; ma doveva esser tutto a suo danno, giacché è detto che nella moglie colpevole le buone qualità debbano riuscire a maggior danno che non le cattive. Perciò ella aveva posto ogni suo studio a scongiurar quel pericolo, adoperando tutti quei mezzi e quel grado di simulazione di cui fosse capace la sua aperta natura.
      Fra quei mezzi, il migliore, quello che le aveva sempre giovato al balenar del pericolo, era di fingere di non sentirsi bene. Lieve menzogna fra tutte le femminili menzogne, e forse la piú di moda. Chi sapesse far la storia di certe emicranie e di certi mali di nervi di cui si fa ancora tanto abuso dalle donne, chi sa quanti misteri non svelerebbe di questo genere!
     
      Noemi, poco prima che suo marito entrasse in casa, se ne stava abbandonata mollemente nella sua sedia a bracciuoli dinanzi al franklin nella sua stanza da letto.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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