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      - Oh lo so che non mi capisci! - continuò vivamente Noemi, commossa ed accalorata a poco a poco da un nembo di idee dolorose, che le sorgevano in cuore, pensando al passato - Se tu mi avessi capita fin dal principio, non ci sarebbe stato bisogno di farmi quella domanda che m'hai fatto poc'anzi...
      - Ah! ma dunque non m'ingannavo!? - sclamò il Dal Poggio balzando in piedi cogli occhi scintillanti - Dunque avevo ragione di sospettare...?
      - Emanuele, te ne prego... non riscaldarti di nuovo. Non ho voglia stasera di inquietarmi... non mi sento bene... Si; te lo ripeto; vi fu un tempo in cui ti avrei risposto altrimenti; e allora sarebbe bastato cosí poco da parte tua...!
      E Noemi pronunciò queste parole con un inenarrabile accento di verità. In quel momento ella aveva dimenticata la propria colpa e sentiva di aver tutte le ragioni.
      - Ma non si tratta del passato, adesso; - ripigliò Dal Poggio - adesso si tratta dell'avvenire...
      - Oh chi lo conosce l'avvenire! - sclamò Noemi dolorosamente.
      - Ah! Signora mia, non facciamo frasi!... voi sapete che io non sono uomo da accontentare con delle frasi... Mi direte voi chi sia l'uomo che ha preso nel vostro cuore il mio posto?
      - Queste sono parole che non dovrebbero uscire dalla tua bocca, Emanuele, - rispose Noemi - Questa è una domanda a cui una moglie non dovrebbe rispondere neppure se lo potesse...
      Il Dal Poggio, che già stava per afferrarle il braccio e per farle violenza, come colpito dalla giustezza di questa risposta e dal tuono risoluto con cui fu pronunciata, si trattenne.


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La scapigliatura e il 6 febbraio
di Cletto Arrighi
pagine 243

   





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